2016 : QUALE CONSIDERA LA NOTIZIA RECENTE [SCIENTIFICA] PIÙ INTERESSANTE? COSA LA RENDE IMPORTANTE?

Gli europei, a quanto pare, sono la fusione di tre popoli – cacciatori-raccoglitori mesolitici dagli occhi blu e dalla pelle scura, agricoltori anatolici e indoeuropei della Russia meridionale. I primi agricoltori sostituirono in gran parte i cacciatori (con qualche mescolanza) in tutta Europa, così che seimila anni fa le popolazioni dalla Grecia all’Irlanda erano geneticamente simili ai moderni sardi: capelli scuri, occhi scuri, pelle chiara. Probabilmente parlavano tutti lingue affini, di cui il basco è l’unico sopravvissuto.

Circa cinquemila anni fa, gli indoeuropei arrivarono dall’Oriente, allevando inferni e bestiame. Almeno alcuni di loro erano probabilmente biondi o rossi. Nell’Europa settentrionale sostituirono quei primi agricoltori, in tutto e per tutto. La Germania era costellata di piccoli villaggi prima del loro arrivo – subito dopo, nessun edificio. Le varianti mitocondriali portate da 1 su 4 di quei primi agricoltori sono portate da 1 su 400 europei di oggi, e i cromosomi Y allora dominanti si trovano ora a livello di pochi per cento sulle isole e nelle valli di montagna – la refugia. Non deve essere stato bello.

Nel sud dell’Europa, gli indoeuropei hanno conquistato e imposto le loro lingue, ma senza sterminare i locali – ancora oggi gli europei del sud discendono in gran parte da quei primi agricoltori.

In altre parole, i linguisti avevano ragione. Per un po’ lo furono anche gli archeologi: V. Gordon Childe ha tracciato il giusto quadro generale (The Aryans: A Study of Indo-European Origins) già nel 1926. Ma poi accadde il progresso: vasti miglioramenti nelle tecniche archeologiche, come la datazione C-14, furono accompagnati da vaste diminuzioni del senso comune. I movimenti di interi popoli – invasioni e Völkerwanderungs – divennero “problematici”, fuori moda: davano fastidio agli archeologi, e quindi non dovevano essere avvenuti. Suona familiare?

Il quadro è chiaro ora grazie alle indagini sul DNA antico. Possiamo vedere se le popolazioni sono collegate o meno; se si sono fuse, o se una ha sostituito l’altra, e in che misura. Sappiamo persino che un gruppo di antichi siberiani ha contribuito sia agli indoeuropei che agli amerindi.

Sappiamo anche che gli scienziati sociali moderni stanno diventando sempre più bravi a giungere a false conclusioni. Si potrebbe dare la colpa alla difficoltà intrinseca di una scienza storica come l’archeologia, dove gli esperimenti sono impossibili. Si potrebbe incolpare le discipline STEM ben finanziate per aver allontanato molti degli studenti più brillanti. Si potrebbe incolpare l’uniformità ideologica, ma ci si sbaglierebbe. I viaggiatori nel tempo che riportano film 3D a colori della preistoria, autenticati digitalmente, non risolverebbero questo problema.

Le loro menti non sono giuste.

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