Due eccellenti titoli sono stati proposti per il sonetto ghazal che abbiamo finito la settimana scorsa. Diana, memore del fatto che “Lunedì” è il titolo del sonetto crowd-sourced che abbiamo fatto in primavera ed estate, nomina “Sabato”, prevedendo sagacemente una serie che non sarà completa finché non saranno nominati altri cinque giorni. Ma il premio va ad Aaron Fagan per “The Fall Inside the Fall”, che sembra una frase di una poesia di Frank Bidart. È molto appropriato per il nostro sforzo qui, in cui la parola chiave è “caduta” in diversi sensi.
Ecco il nostro suggerimento per il concorso della prossima settimana:
Ernest Hemingway – forse all’Harry’s Bar, forse al Luchow’s – una volta scommise con un gruppo di ragazzi che avrebbe potuto farli piangere con un racconto di sei parole. Se avesse vinto la scommessa, ogni ragazzo avrebbe dovuto sganciare 10 dollari. Il racconto di sei parole di Hemingway era: “In vendita: Scarpe da bambino, mai indossate”. Vinse la scommessa.
C’è stata un’impennata di interesse per il poema in prosa e altre forme “brevi” – come nella nuova ispirata antologia di Alan Ziegler, Short. Entrando nello spirito (esemplificato da un wag come “prose poems, short shorts, o couldn’t finish”), ai concorrenti viene chiesto di scrivere la storia più breve che possono produrre. Dovrebbe essere sotto le 25 parole e dovrebbe contenere l’arco di una narrazione. La brevità è ovviamente una virtù in questo caso (oltre ad essere, in generale, l’anima dell’ingegno), ma la logica di fondo dell’esercizio è che i vincoli stretti sono paradossalmente liberatori per l’immaginazione.
Due: mezzanotte, sabato 1 novembre.
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