Schiavitù e rivoluzione

La Giamaica è la terza isola più grande delle Grandi Antille. È lunga circa 140 miglia, da est a ovest, e circa cinquanta miglia nel suo punto più largo. Contiene aree boscose e alcune alte catene montuose all’interno. Le sue valli fluviali e la regione costiera sono caratterizzate da terra piatta e fertile, ideale per la coltivazione dello zucchero.

La Giamaica era abitata da nativi americani, conosciuti come Tainos, quando Cristoforo Colombo vi approdò nel 1494. Rimase una colonia spagnola fino alla presa da parte degli inglesi nel 1655. A metà del XVIII secolo, l’isola era di importanza centrale per l’impero britannico, che a quel tempo era principalmente un impero atlantico, con colonie significative sul continente nordamericano e nei Caraibi. La Giamaica era importante per la Gran Bretagna a causa della sua produzione di zucchero, che era la principale merce importata in Gran Bretagna a quel tempo.

Prima della guerra rivoluzionaria americana, iniziata nel 1775, le colonie più popolate e geograficamente più estese dell’impero britannico-americano erano quelle del Nord America tra la Nuova Inghilterra e la Georgia. La parte economicamente e strategicamente più significativa dell’impero, tuttavia, erano le colonie caraibiche, tra cui Giamaica, Antigua, St Kitts, Nevis e Barbados. Tutte queste colonie britannico-americane erano parte di un più ampio sistema atlantico di commercio, migrazione e sfruttamento, che collegava le isole britanniche con l’Africa occidentale e le Americhe. Alla fine della guerra rivoluzionaria americana, nel 1783, la Gran Bretagna aveva perso tredici delle sue colonie continentali, che divennero gli Stati Uniti. Tuttavia, i territori dei Caraibi furono mantenuti all’interno dell’impero.

Come le altre colonie britannico-caraibiche, la Giamaica era una società schiavista. Gli schiavi, importati nella regione dall’Africa occidentale attraverso la tratta transatlantica degli schiavi, costituivano la maggioranza della popolazione. Queste persone erano vittime di un regime brutale e oppressivo, che sfruttava il loro lavoro alla ricerca del profitto. Gli schiavi venivano comprati e venduti come proprietà e la maggior parte di loro veniva messa a lavorare nelle piantagioni, come le piantagioni di zucchero della Giamaica.

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