Dove c’è scarsità, bisogna fare delle scelte! La scarsità si riferisce alla natura finita e alla disponibilità delle risorse, mentre la scelta si riferisce alle decisioni delle persone sulla condivisione e l’uso di queste risorse. Il problema della scarsità e della scelta è al centro dell’economia, che è lo studio di come gli individui e la società scelgono di allocare risorse scarse.
Alcune risorse sono abbondanti mentre altre sono rare. Tendiamo a pensare meno all’aria che respiriamo che a come spendere il nostro tempo in un dato giorno. Questo perché l’aria respirabile è in apparente abbondanza mentre il numero di ore in un giorno è chiaramente limitato. La nostra decisione di respirare non è consapevole ed è quindi poco interessante per un economista. D’altra parte, esiste un’intera branca dell’economia per capire e spiegare le nostre scelte di allocazione del tempo: quante ore di lavoro e quante ore di gioco sono di fondamentale importanza per il mercato del lavoro. Non è solo il tempo delle persone ma anche le loro abilità ad essere in offerta limitata. Gli economisti sono tipicamente interessati all’efficienza di qualsiasi allocazione: come si può ottenere il massimo da risorse così scarse?
Mentre l’economia tradizionale si concentra sulle preferenze e le decisioni degli individui nella società, valutare l’allocazione di risorse scarse all’interno di una società richiede una certa aggregazione delle preferenze al fine di giudicare l’utilità di un’allocazione per la società nel suo complesso (vedi l’articolo sull’economia del benessere). Così, non solo l’efficienza di un’allocazione ma anche la sua equità, o equità distributiva, è rilevante per lo studio della scarsità e della scelta. Infatti, la questione dell’equità è centrale nel dibattito sul libero mercato rispetto alle economie pianificate.
La scarsità di una risorsa in un particolare contesto può essere quantificata e quindi giudicata oggettivamente. Tradizionalmente, gli economisti hanno anche studiato le scelte delle persone su risorse scarse come se fossero prese attraverso un calcolo semplice, oggettivo e razionale. Naturalmente, il processo decisionale delle persone non è puramente razionale; è influenzato anche dalle emozioni. Il sottocampo in rapido sviluppo dell’economia comportamentale applica intuizioni dalla psicologia umana per arricchire la comprensione degli economisti della scelta ad un livello più soggettivo.
Le basi della domanda e dell’offerta ci dicono che il prezzo di un oggetto raro sarà più alto di quello di un oggetto comune. I team di marketing spesso applicano i concetti di scarsità e scelta insieme alle idee della psicologia per fare soldi: se si può dare l’impressione che un articolo sia in offerta limitata, allora alcune persone saranno disposte a pagare di più per esso, o ad anticipare i loro acquisti. I giochi mentali sulla scarsità sono giocati attraverso dichiarazioni di campagna come “Compralo finché dura!”, “Ultima occasione per ordinare!” o “Offerta limitata!” proprio per influenzare la scelta del consumatore.
Altra lettura
Per un’interessante discussione sulla scarsità di una chiara definizione di economia e su come gli economisti hanno scelto di presentare la loro disciplina nel corso degli anni, vedi “Retrospectives: On the Definition of Economics” (Journal of Economic Perspectives, 2009).
Bene a sapersi
Forse la questione più importante e pressante del nostro tempo, quella del cambiamento climatico, è essenzialmente un problema di scarsità e scelta. Mentre l’aria stessa che respiriamo è minacciata e i nostri fiumi cominciano a prosciugarsi, non c’è mai stata un’urgenza maggiore di considerare l’economia nella ricerca di soluzioni pratiche. Il sottocampo dell’economia ambientale si occupa di obiettivi e permessi di emissione, tasse sul carbonio e sussidi per le fonti di energia rinnovabili. Sarà sicuramente una delle aree più richieste dagli economisti per lavorare negli anni a venire.