Recensione del film: “Treno di notte per Lisbona”

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Un anziano professore impedisce ad una giovane donna di buttarsi da un ponte svizzero. Lei scompare, lasciando dietro di sé solo il suo cappotto rosso brillante e un commovente, poetico, vecchio libro di 40 anni – in portoghese.
Così inizia “Treno di notte per Lisbona”, un mistero romantico vecchio stile che beneficia di un cast appassito e molto onorato e di un’ambientazione ancora esotica.
Jeremy Irons interpreta Raimond Gregorius, il professore di filosofia che abbandona la sua classe – proprio nel mezzo di una lezione di Marco Aurelio – per seguire questo libro e inseguire quell’anima anonima e persa a Lisbona. Nel corso del suo viaggio, vedrà la città antica, camminerà per le sue strade e incontrerà un sacco di persone della sua età che gli racconteranno dell’autore del libro, del mondo in cui si è mosso e della storia portoghese molto sgradevole – gli anni ’70, la fine di una dittatura – del tempo di quell’autore.
In flashback, incontriamo lo scrittore, un medico interpretato da Jack Huston con quel pizzico di romanticismo che basta. Melanie Laurent e August Diehl sono i contemporanei del dottore in quei flashback. Vediamo gli incontri segreti, gli intrighi, le torture e il triangolo amoroso che era la vita del dottore. E sentiamo le sue parole – lette dal professore.
“Tutto quello che facciamo è per paura della solitudine”, riflette il dottore. “Prendi una direzione completamente diversa da quella che ci ha reso ciò che siamo”.
Questa è quella che il professore ha preso a cuore, un uomo di lettere che agisce d’impulso, viaggiando solo con il suo portafoglio e il suo telefono da Berna a Lisbona.
È un film seduto e civile, che il regista danese Bille August (“La casa degli spiriti”, “Pelle il conquistatore”) gestisce con cura, se non molta scintilla o audacia. Il film suona come una versione più soddisfacente della sua più saponosa collaborazione con Irons, “La casa degli spiriti”.
Il vero piacere qui è nel casting, nel vedere il grande Irons condividere le scene con Tom Courtenay, come un vecchio rivoluzionario storpio, Charlotte Rampling come la sorella ancora addolorata del dottore, Christopher Lee come un prete che conosceva il giovane dottore focoso, e Lena Olin e Bruno Ganz come compagni rivoluzionari.
Irons dà una performance sensibile e cupa, non lasciandoci mai una volta dubitare che un uomo del genere possa impegnarsi in un comportamento così fuori dal suo carattere. E il libro che cita (il film è basato su un romanzo di Pascal Mercier) è abbastanza conciso da ispirare un tale viaggio. Quando viaggiamo, scrive il dottor Amadeu de Prado, ci ritiriamo nella nostra testa e nel nostro passato.
Non importa dove stiamo andando, scrive il dottore e il professore capisce, “Viaggiamo verso noi stessi.”

Previsione MPAA:R per una scena di violenza, e breve sessualità
Cast: Jeremy Irons, Lena Olin, Jack Huston, Charlotte Rampling, Tom Courtenay, Bruno Ganz,
Credits: Diretto da Bille August , scritto da Greg Latter e Ulrich Hermann, basato sul romanzo di Pascal Mercier. Un’uscita Wrekin Hill.
Tempo di esecuzione: 1:51

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