“Se un bue uccide un uomo o una donna, il bue sarà lapidato e la sua carne non sarà mangiata, ma il proprietario del bue non ne sarà responsabile. Ma se il bue è stato abituato a sbranare in passato, e il suo proprietario è stato avvertito ma non l’ha trattenuto, ed esso uccide un uomo o una donna, il bue sarà lapidato, e anche il suo proprietario sarà messo a morte” (vv. 28-29).
– Esodo 21:28-32
Joseph Fletcher figura tra gli intellettuali più influenti del ventesimo secolo. Fletcher, un prete episcopaliano che divenne ateo in età avanzata, è noto soprattutto per il suo libro Situation Ethics: The New Morality. Pubblicato per la prima volta nel 1966, il libro ha cementato la posizione di Fletcher come uno dei fondatori del sistema noto come etica situazionale.
Fletcher ha rifiutato l’approccio tradizionale basato sulla legge all’etica cristiana in favore di rendere le circostanze di ogni particolare situazione la norma in base alla quale vengono decisi giusto e sbagliato. Non è che rifiutasse esplicitamente ogni assoluto morale, perché disse che il principio che deve essere seguito in ogni decisione etica è che dobbiamo fare ciò che l’amore richiede nella particolare situazione che affrontiamo. Ma Fletcher non definiva ciò che l’amore esige secondo una qualsiasi norma fissa e trascendente; piuttosto, la situazione stessa determina la risposta più amorevole. Così, per esempio, l’adulterio potrebbe essere la cosa più amorevole in una situazione mentre l’amore potrebbe richiedere la castità in un’altra.
Il problema con l’etica situazionale non è che ci chiama a prendere in considerazione le circostanze della situazione etica. La giurisprudenza biblica, infatti, ci mostra che applicare correttamente la legge di Dio in qualsiasi contesto richiede che noi conosciamo il più possibile le specificità del contesto in cui la decisione viene presa (vedi, per esempio, Deut. 22:23-27; 1 Cor. 7:12-16). Il problema non è nemmeno che fare ciò che l’amore richiede sia un cattivo principio, anche se è riduttivo, dato che il Signore ci ha dato molti principi e comandamenti trascendenti. Dopo tutto, l’apostolo Paolo ci dice che “l’amore non fa alcun male al prossimo; perciò l’amore è il compimento della legge” (Rom. 13:10). Così, se amiamo giustamente Dio e gli altri, avremo seguito gli altri principi etici che il Signore ha rivelato.
In fin dei conti, l’etica di Fletcher è sbagliata perché separa la legge di Dio dall’amore. Siamo moralmente obbligati in ogni situazione a fare ciò che l’amore richiede; tuttavia, la vera legge reale dell’etica cristiana è che dobbiamo sempre fare ciò che il Dio dell’amore richiede, non ciò che noi pensiamo che l’amore richieda. Non ci è permesso di definire l’amore da soli. Come creature decadute, confondiamo abitualmente le nostre opinioni con ciò che il nostro Creatore definisce amore. Ma non osiamo farlo, perché Giovanni dice: “Dio è amore”, e quindi solo Dio determina cos’è l’amore (1 Giovanni 4:8). Se vogliamo adempiere il comando del Signore di amare, dobbiamo guardare alla Sua legge per identificare il vero amore.
Coram Deo
I peccatori giustificano ogni sorta di decisioni empie appellandosi a ciò che pensano che l’amore li obblighi a fare. Questo è un grave errore. Non siamo creature autonome che possono essere leggi per se stesse per quanto riguarda il capire cosa significa l’amore. Invece, dobbiamo fidarci dell’unica fonte sicura per definire l’amore: la Parola di Dio. Se vogliamo amare Dio e il prossimo, dobbiamo definire l’amore secondo la norma che il Signore ci ha dato.
Passi per ulteriori studi
Levitico 19:18, 34
Gosuè 22:1-6
Galati 5:14
1 Giovanni 3:18