Il kilju può essere prodotto facendo fermentare zucchero, lievito e acqua, ma il kilju fatto esclusivamente con zucchero, lievito e acqua era illegale in Finlandia prima del marzo 2018; quindi, grano, patate, frutta o bacche venivano usati durante la fermentazione per evitare problemi legali e per insaporire la bevanda. Arance e limoni sono una scelta popolare per questo scopo.
Il processo è simile a quello del vino fatto in casa; richiede un’igiene rigorosa e il filtraggio del prodotto. Il kilju fatto correttamente è un liquido limpido e incolore, senza alcun sapore percettibile se non quello dell’etanolo. Può essere raffinato in pontikka (moonshine finlandese) attraverso la distillazione. Assomiglia quindi al rum, poiché entrambi sono distillati da prodotti di zucchero di canna fermentato, anche se il rum è spesso fatto da melassa, un sottoprodotto del processo di raffinazione dello zucchero, o da succo di canna da zucchero fresco invece che da zucchero da tavola raffinato e cristallizzato.
Il Kilju è spesso prodotto impropriamente da birrai domestici che permettono ai contaminanti di interrompere la fermentazione o non filtrano o travasano adeguatamente il liquido, o non usano un agente affinante. Questi ultimi errori fanno sì che il lievito sia sospeso, causando una miscela torbida piuttosto che chiara. Il lievito non è dannoso, ma può avere un sapore sgradevole.
Quando l’homebrewing crebbe in popolarità durante la depressione economica che seguì la crisi bancaria finlandese dei primi anni ’90, furono introdotti sul mercato ceppi di lievito noti come “lievito turbo”. Questi ceppi di lievito permettono una fermentazione molto rapida fino alla piena forza, in alcuni casi in soli tre giorni (rispetto alle diverse settimane richieste dai ceppi di lievito da vino tradizionali). Un tempo di produzione così breve non permette naturalmente al lievito di diventare feccia. L’introduzione del lievito turbo ha rafforzato la visione del pubblico del kilju come un metodo facile per procurarsi alcol a buon mercato.