“KIDS WHO DIE” – UNA POESIA DI LANGSTON HUGHES – sankofa.org

Questa è per i bambini che muoiono,
bianchi e neri,
perché i bambini moriranno certamente.
I vecchi e ricchi vivranno per un po’,
come sempre,
mangiando sangue e oro,
lasciando morire i bambini.

I bambini moriranno nelle paludi del Mississippi
Organizzando i mezzadri
I bambini moriranno nelle strade di Chicago
Organizzando i lavoratori
I bambini moriranno negli aranceti della California
Dicendo agli altri di mettersi insieme
Bianchi e filippini,
Negro e messicani,
Muoiono tutti i tipi di bambini
che non credono nelle bugie, e nelle tangenti, e nella contentezza
e in una pace schifosa.

Certo, i saggi e i dotti
che scrivono editoriali sui giornali,
e i gentiluomini con il nome di Dott. davanti ai loro nomi
bianchi e neri,
che fanno inchieste e scrivono libri
vivranno tessendo parole per soffocare i bambini che muoiono,
e i tribunali squallidi,
e la polizia corrotta,
e i generali amanti del sangue,
e i predicatori amanti del denaro
alzeranno tutti le mani contro i bambini che muoiono,
Battendoli con leggi e bastoni e baionette e proiettili
per spaventare il popolo-
Perché i bambini che muoiono sono come il ferro nel sangue del popolo-
E i vecchi e i ricchi non vogliono che il popolo
assaggi il ferro dei bambini che muoiono,
non vogliono che il popolo diventi saggio del proprio potere,
Credere ad un Angelo Herndon, o anche riunirsi

Ascoltate, bambini che muoiono-
Forse, ora, non ci sarà nessun monumento per voi
Solo nei nostri cuori
Forse i vostri corpi saranno persi in una palude
o in una tomba di prigione, o nel campo del vasaio,
o nei fiumi dove sarete annegati come Leibknecht

Ma verrà il giorno –
Siate sicuri voi stessi che sta arrivando-
quando i piedi in marcia delle masse
alzeranno per voi un monumento vivente d’amore,
E gioia, e risate,
E mani nere e mani bianche strette come una sola,
E una canzone che raggiunge il cielo-
La canzone della vita trionfante
attraverso i ragazzi che muoiono.
(Langston Hughes)

Questa potente poesia pubblicata recentemente in memoriam di Trayvon Martin (5 febbraio 1995- 26 febbraio 2012) è storica, contemporanea e tristemente senza tempo. Mi ha fatto pensare al mio amico Ross Evans.

Ho incontrato per la prima volta la poesia di Langston Hughes attraverso il mio amico Dr. Ross Evans alla fine degli anni ’60 quando era il primo professore nero al Teachers College, Columbia University.

Ross ha chiamato il suo primo figlio Langston. Langston è nato qualche anno dopo la nascita del mio primo figlio, Simon. Quando arrivò Langston, Ross aveva già insegnato a Simon l’hambone per un po’.

Ross era del Kansas. Mi ha raccontato di essersi sdraiato sul pavimento di un’auto quando lui, con altri ragazzi del college, ha viaggiato attraverso quartieri bianchi con ragazze bianche a bordo. Ha viaggiato con la morte che gli guardava le spalle per gran parte della sua vita. Al Teacher’s College non era insolito per Ross essere cacciato dal suo ufficio dalle mie guardie di sicurezza che non sapevano che esistesse un professore nero di psicologia.
Ross studiava psicologia degli anormali (dopotutto aveva vissuto per anni nel suo dominio). Era uno scienziato, faceva ricerche sperimentali, era sempre immerso nei risultati delle ricerche di altre persone. Sosteneva che solo l’1% circa di ogni popolazione infantile era organicamente menomata. Il grande fallimento dei bambini nelle scuole era il risultato della povertà e del razzismo. La povertà distruggeva la fiducia nell’apprendimento e il razzismo la fiducia nella vita. Superare queste sfide era la sua missione.

La canzone preferita di Ross era “Bridge over Troubled Waters”. (“Like a bridge over troubled waters/I will lay me down”). Pensavamo che fosse, nel 1968, una svolta umana che ognuno di noi avrebbe “Lay me Down” per l’altro.

-Colin Greer

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.