Jan van Helmont fu un pittore di soggetti storici, scene di genere e ritratti. Dipinse molti ritratti di personalità importanti del suo tempo, tra cui Johannes Jacobus Moretus e sua moglie Theresia Mechtildis Schilders (1717, Museo Plantin-Moretus), gli allora proprietari della tipografia Plantin Moretus ad Anversa. Ricevette regolarmente commissioni dalle autorità cittadine di Anversa per dipingere ritratti di personaggi storici come Alessandro Farnese, duca di Parma e per restaurare i ritratti dei 34 sovrani nella sala di stato del municipio di Anversa.
Alcuni dei ritratti di van Helmont furono poi incisi dall’incisore olandese Jacob Houbraken. Un esempio è il Ritratto di Adriaan van Borssele van der Hooge, che fu inciso da Houbraken dopo un disegno fatto da Aart Schouman dopo un dipinto di Jan van Helmont. Jan van Helmont fece dei disegni per le incisioni dell’incisore di Anversa Gaspar Bouttats. Un esempio è lo stemma in un ovale fiancheggiato da angeli (1674 circa British Museum), che è un’incisione di Bouttats su disegno di van Helmont di una targa commemorativa per la nobildonna Isabelle de Berchem.
Jan van Helmont creò dipinti di storia su soggetti religiosi per le chiese di tutte le Fiandre, incluse quelle di Aalst, Willebroek e Wambeek.
La collezione del Museo di Storia Militare di Vienna possiede una “scena di guardia” di Jan van Helmont. Una scena di guardia rappresenta tipicamente una scena con ufficiali e soldati impegnati a fare baldoria. Le scene di guardia spesso includevano mercenari e prostitute che dividevano il bottino, molestavano i prigionieri o indulgevano in altre forme di attività riprovevoli. Il genere divenne popolare a metà del XVII secolo, in particolare nella Repubblica olandese. Nelle Fiandre c’erano anche alcuni praticanti del genere tra cui David Teniers il Giovane, Abraham Teniers, Anton Goubau, Cornelis Mahu, Jan Baptist Tijssens il Giovane e il padre di Jan van Helmont, Mattheus. La composizione di Van Helmont raffigura dei soldati davanti a un cancello. Sulla sinistra c’è un soldato che regge una bandiera sopra un cannone, un mucchio di armi, un’armatura e un tamburo. L’armatura raffigurata nel quadro era già obsoleta al momento in cui fu dipinta, dato che le armature di metallo, i pettorali e gli elmi caddero in disuso a partire dal 1620. È possibile che, in linea con l’intento moralizzatore del genere, l’armatura sia un riferimento al motivo della vanitas della caducità del potere e della fama.