Giovanni Battista: In the Spirit and Power of Elijah

By Michael Barber

Dr. Michael Barber, St. Paul Center Senior Fellow, è professore associato di Scrittura e Teologia all’Augustine Institute. Ha servito come preside della Scuola di Teologia presso la John Paul the Great University di San Diego, dove ha creato e gestito un programma di laurea in Teologia Biblica. Il dottor Barber ha conseguito il dottorato in Scrittura presso il Fuller Seminary e in precedenza ha studiato con il dottor Scott Hahn alla Franciscan University. È l’autore di Coming Soon: Unlocking the Book of Revelation and Applying Its Lessons Today.

La prima annunciazione

In Luca 1 abbiamo in realtà due annunciazioni. La maggior parte dei cattolici ha familiarità con il secondo, l’annuncio della nascita di Gesù. Prima però l’angelo fa un’apparizione al sacerdote Zaccaria. Le somiglianze sono sorprendenti, così come l’unica grande differenza!

  • L’angelo Gabriele appare a Zaccaria / Maria
  • Si rivolge a Zaccaria / “Piena di grazia”
  • Lui è “turbato” (1:12) / Lei è “turbata” (1:29)
  • “Non temere” (1,13) / “Non temere” (1,30)
  • “Chiamerai il suo nome Giovanni” (1,13) / “Chiamerai il suo nome Gesù” (1,31)
  • “Come posso saperlo?” / “Come sarà questo?”
  • Non riesce a credere / “Sia fatto a me. . .”

Santificato nel grembo materno

Nell’annuncio della sua nascita sentiamo che “sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre” (Luca 1:15). Questa è un’affermazione sorprendente – anche come un bambino non ancora nato, Giovanni Battista avrebbe ricevuto lo Spirito Santo. Questo naturalmente si svolge nella narrazione nella storia della visita:

E quando Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42 ed esclamò con un forte grido: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno! (Luca 1:41-42)

Nota, essere riempiti di Spirito Santo qui è associato con una confessione di fede, quella di Elisabetta. Tuttavia, dato che Giovanni è detto essere pieno di Spirito anche dal grembo di sua madre e dato che salta dentro di lei all’arrivo della Madre del Messia, sembra chiaro che anche la sua azione è meglio intesa come una sorta di prova di fede.

Infatti, questo fu riconosciuto già da Origene (qui il podcast su Origene):

“Elisabetta, che era piena di Spirito Santo in quel momento, ricevette lo Spirito a causa di suo figlio. La madre non ha ereditato lo Spirito Santo per prima. Prima Giovanni, ancora chiuso nel suo grembo, ricevette lo Spirito Santo. Poi anche lei, dopo che suo figlio fu santificato, fu riempita di Spirito Santo” (Omelie sul Vangelo di Luca 7.3)

Per questo i padri della chiesa come Ambrogio riconobbero che a Giovanni Battista fu dato il dono della grazia anche quando era ancora in utero. In breve, Giovanni era inteso come santificato nel grembo materno.

Un nuovo Geremia: Consacrato nel grembo materno

Sembra inverosimile? Non da una prospettiva biblica. La stessa cosa si dice di un altro profeta del Vecchio Testamento: Geremia. Il Signore spiega: “Prima di formarti nel grembo materno ti ho conosciuto e prima che tu nascessi ti ho consacrato; ti ho costituito profeta delle nazioni” (Ger 1,5) Naturalmente, San Paolo parla di come Abramo fu “giustificato” dalla sua fede nel Vecchio Testamento. In Geremia abbiamo un’altra figura dell’Antico Testamento che fu “santificata”. Tuttavia, qui abbiamo qualcosa di veramente speciale – egli fu consacrato nel grembo di sua madre.

Questo naturalmente evidenzia in modo particolare la gratuità della salvezza. Come spiega Paolo,

“Perché per grazia siete stati salvati per mezzo della fede; e questo non è opera vostra, è dono di Dio- 9 non per opere, perché nessuno si vanti” (Ef 2,8-9).

Anche prima che egli avesse fatto qualcosa, Dio consacrò Geremia (cfr. Rm 9,11-12). Per saperne di più, vedi la Summa Theologiae III, q. 27 di Tommaso d’Aquino (qui).

I segni profetici di Geremia

Geremia infatti è un profeta particolarmente importante del Vecchio Testamento. Per certi versi, tutta la sua vita fu un segno di fede. Gli studiosi riconoscono i molti segni profetici che ha compiuto.* Non ha semplicemente parlato la parola del Signore, l’ha vissuta. Considerate solo alcune delle sue azioni profetiche nel racconto della sua vita nelle Scritture:

  1. Indossa un panciotto, lo seppellisce e lo disseppellisce di nuovo, simboleggiando la corruzione, il peccato e l’umiliazione di Israele (cfr. Ger 13,1-11)
  2. E’ celibe: simboleggia il giudizio di Dio su Israele e la sua separazione dall’Israele malvagio (cfr. Ger 16,1-4)
  3. Rifodera un vaso rovinato, indicando la volontà di Dio di perdonare e rifare Israele (cfr. Ger 18,1-12)
  4. . Ger 18,1-12)

  5. Si rompe un vaso per simboleggiare l’irrevocabile decreto divino di giudizio (cfr. Ger 19,1-13)
  6. Prende una coppa dal Signore e la dà da bere alle nazioni, simboleggiando il giudizio imminente (cfr. Ger 25,15-29)
  7. Fa e indossa dei gioghi, annunciando che i Babilonesi stanno arrivando per conquistare Gerusalemme e portare via il popolo come schiavi (cfr. Ger 27,1-28,17)
  8. Acquista un campo per indicare la promessa di Dio di una futura restaurazione (cfr. Ger 32,1-15)
  9. Riscrive una pergamena dopo che il re la distrugge per mostrare che le parole di Dio perdurano (cfr. Ger 36,1-32).
  10. Nasconde delle pietre nella malta usata per il palazzo del faraone come segno che il re babilonese conquisterà l’Egitto (cfr. Ger 43,8-13).
  11. Ger 43,8-13 Ger 43,8-13).

  12. Scrive del giudizio imminente su Babilonia in un libro e dice a Seraia di leggerlo a Babilonia e di gettarlo nell’Eufrate (cfr. Ger 51,59-64) per dimostrare che l’esilio era stato predetto!

Geremia come un Nuovo Mosè

In effetti, Geremia è descritto come un Nuovo Mosè, come mostra Dale Allison. La sua chiamata in Geremia 1 rispecchia in molti modi la chiamata di Mosè in Esodo 3.

  1. Entrambi si lamentano di non essere buoni oratori (Ger 1,6; Esodo 4,10).
  2. A entrambi viene detto “dirai tutto ciò che ti comando” (Ger 1,7; Esodo 7,2).
  3. A entrambi viene detto che Dio sarà con loro (Ger 1,8; Esodo 3,12).
  4. A entrambi viene detto che le parole del Signore saranno nella loro bocca (Ger 1,9; Deut 18,18).

La lista continua e continua.

Geremia è dunque una specie di Nuovo Mosè. Non c’è quindi da meravigliarsi che egli predica la venuta di una Nuova Alleanza, usando il linguaggio di un Nuovo Esodo:

Ecco, i giorni stanno arrivando, dice il Signore, quando io farò una nuova alleanza con la casa d’Israele e la casa di Giuda, 32 non come l’alleanza che feci con i loro padri quando li presi per mano per farli uscire dal paese d’Egitto, la mia alleanza che essi infransero, sebbene io fossi loro marito, dice il Signore. 33 Ma questo è il patto che farò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il SIGNORE: metterò la mia legge dentro di loro e la scriverò sui loro cuori; e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. (Ger 31:31-33)

Quando il popolo di Dio cercava la liberazione, Geremia non era lontano dalla sua mente. Questo è evidente in 2 Maccabei. Lì leggiamo di una misteriosa apparizione di Geremia a cui si attribuisce il merito di aver dato la spada a Giuda Maccabeo che egli usò per sconfiggere i nemici di Israele. Mentre il sommo sacerdote Onia sta pregando sul popolo, scorge tra la folla nientemeno che Geremia:

Onias, che era stato sommo sacerdote, un uomo nobile e buono, dal portamento modesto e dai modi gentili, uno che parlava bene ed era stato istruito fin da bambino in tutto ciò che appartiene all’eccellenza, stava pregando con le mani tese per tutto il corpo dei Giudei. 13 Allora apparve anche un uomo, distinto per i suoi capelli grigi e per la sua dignità, e di meravigliosa maestà e autorità. 14 E Onia parlò dicendo: “Questo è un uomo che ama i fratelli e prega molto per il popolo e per la città santa, Geremia, il profeta di Dio”. 15 Geremia stese la mano destra e diede a Giuda una spada d’oro, e mentre gliela dava si rivolgeva così: 16 “Prendi questa spada santa, dono di Dio, con la quale abbatterai i tuoi avversari”. (2 Macc 15:12-16)

Giovanni Battista e il Nuovo Esodo

Non sorprende che Giovanni Battista evochi egli stesso le immagini del Nuovo Esodo. Guardate il linguaggio che descrive il suo ministero in Matteo 3:

In quei giorni venne Giovanni il Battista, predicando nel deserto della Giudea: 2 “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. 3 Perché costui è colui di cui ha parlato il profeta Isaia quando ha detto: “La voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via (Gk. hodos) del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”. (Matteo 3:1-3)

Qui si vede Giovanni che cita la famosa profezia del Nuovo Esodo di Isaia. Come nell’Esodo, Dio sta preparando una via, in greco, un hodos (nota: ex-hodos significa “via d’uscita”) nel deserto.

Giovanni Battista ed Elia

Inoltre, Giovanni Battista è legato ad un’altra figura che, come Geremia, era legata sia a Mosè che alla futura liberazione di Israele: Elia. Questa connessione è evidente in Luca 1, in cui viene annunciata la sua nascita.

Egli volgerà molti dei figli d’Israele al Signore loro Dio, 17 e lo precederà in spirito e potenza di Elia, per volgere il cuore dei padri ai figli e i disobbedienti alla sapienza dei giusti, per preparare al Signore un popolo preparato.” (Luca 1:16-17)

In effetti, in Matteo 3, Giovanni Battista è descritto come se indossasse essenzialmente il costume del profeta dell’Antico Testamento:

“Ora Giovanni portava una veste di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno alla vita; e il suo cibo erano locuste e miele selvatico.” (Matteo 1:4)

In 1 Re scopriamo, “portava una veste di peli, con una cintura di cuoio intorno ai fianchi” (2 Re 1:8).

Elia come un Nuovo Mosè

Elia, come Geremia, fu descritto come una figura del Nuovo Mosè.*** Ha senso che una figura che annuncia il Nuovo Esodo – Giovanni il Battista – sia collegata a Elia. Considerate alcuni dei seguenti modi in cui Elia rispecchia la vita e il ministero di Mosè. Potrei compilare una bella lista. Permettetemi di citare solo alcuni punti di contatto qui.

  1. Ha sostenuto la religione e il culto mosaico contro il culto di Baal
  2. E’ andato in esilio dopo aver fatto arrabbiare il re (Achab) (1 Re 17:1-7; cfr. Esodo 2:11-15 dove Mosè rispecchia Mosè. Esodo 2:11-15 dove Mosè va in esilio)
  3. Fornì miracolosamente “pane” e “carne” al mattino e alla sera nel deserto (cfr. 1 Re 17:6; cfr. Esodo 16 dove Mosè fornisce la manna).
  4. Raccoglie Israele su un monte (Carmelo) dove la potenza di Dio si rivela nel fuoco (1 Re 18:19; cfr. Esodo 19:17 dove Mosè conduce Israele sul Sinai)
  5. Combatte i falsi profeti di Baal (cfr. 1 Re 18:20-40; cfr. Mosè contro i maghi, Esodo 7:8-13, 20-22, 8:1-7)
  6. Intercede per Israele idolatra, appellandosi al Dio di “Abramo, Isacco e Giacobbe” (1 Re 18:36-38; cfr. L’intercessione di Mosè per Israele dopo il peccato del vitello d’oro Esodo 32:11-14) li>Ripara l’altare del Signore sul Monte Carmelo prendendo 12 pietre che simboleggiano Israele (1 Re 18:30-32; cfr. Esodo 24:4: Mosè erige un altare con dodici colonne sul Monte Sinai)
  7. Fa scendere il fuoco per consumare i sacrifici. Notate i parallelismi qui!
    1. “Allora il fuoco del Signore cadde e consumò l’olocausto, il legno, le pietre e la polvere, e leccò l’acqua che era nella fossa. 39 E quando tutto il popolo lo vide, cadde sulla faccia e disse: “L’Eterno, è Dio; l’Eterno, è Dio” (1Re 18:38-39).
    2. “Allora Aronne alzò le mani verso il popolo e lo benedisse; poi scese dall’offerta del sacrificio per il peccato, dell’olocausto e delle offerte di pace. 23 Mosè e Aaronne entrarono nella tenda della riunione e, usciti, benedissero il popolo, e la gloria dell’Eterno apparve a tutto il popolo. 24 E il fuoco uscì da davanti al SIGNORE e consumò l’olocausto e il grasso sull’altare; e quando tutto il popolo lo vide, gridò e cadde sulla faccia” (Lev 9:22-24).
  8. Elia ordina che gli idolatri siano uccisi (1 Re 18:40; cfr. Esodo 32,25-29: Mosè ordina ai Leviti di uccidere coloro che adoravano il vitello d’oro)
  9. Dopo aver ucciso gli idolatri Elia sale sul Sinai/Horeb e digiuna per quaranta giorni e quaranta notti nel (1 Re 19,8; Esodo 32,28: anche Mosè digiuna sul Sinai/Horeb).
  10. Elia viene (ri)incaricato all’Oreb (1 Re 19; cfr. Esodo 3: Mosè viene incaricato al roveto ardente)
  11. Elia era in una grotta quando il Signore “passò” (1 Re 19,9-11; cfr. Mosè in Esodo 33,21-23)
  12. Sull’Oreb/Sinai c’è una teofania con tempesta, vento e terremoto (1 Re 19,11-12; cfr. Esodo 19,16-20 e Dt 4,11; 5,22-27: al Sinai “vento, terremoto, fuoco”)
  13. Elia si deprime e “chiede di morire” (1 Re 19,1-14; cfr. Num 11,1-15: anche Mosè pregò che arrivasse la morte)
  14. Elia chiamò il fuoco dal cielo per consumare i suoi nemici (2 Re 1,9-12; cfr. Num 16 e Lev 10,1-3: il fuoco consuma i nemici di Mosè)
  15. Elia divide il Giordano: “l’acqua fu divisa da una parte e dall’altra, finché i due poterono passare sull’asciutto” (2 Re 2,8). Confronta con Esodo 14:21-22: “Allora Mosè stese la mano sul mare; e l’Eterno respinse il mare con un forte vento di levante per tutta la notte, e rese il mare asciutto e le acque si divisero. 22 E il popolo d’Israele entrò in mezzo al mare su terra asciutta, mentre le acque facevano loro da muro alla loro destra e alla loro sinistra” (Esodo 14:21-22)
  16. Elia nominò un successore che gli somigliava e divise il Giordano (2 Re 2; cfr. Mosè nomina Giosuè)
  17. La gente pensava che Mosè potesse essere ancora vivo, gettato “su qualche montagna o in qualche valle” (2 Re 2:9-18; cfr. Deut 34:6: Mosè morì misteriosamente e nessuno sapeva dove fosse sepolto).

In breve, Elia è un Nuovo Mosè. Come spiegherò, questo è significativo per comprendere il ruolo di Giovanni Battista nei Vangeli sinottici.

Elia e la restaurazione di Israele

Come ho detto, come Geremia, Elia era legato alle future speranze di liberazione di Israele. Malachia descrive il modo in cui “Elia” verrà prima dell’era escatologica, cioè l’era messianica.

“Ecco, io vi manderò il profeta Elia prima che venga il giorno grande e terribile del Signore. 6 Ed egli volgerà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io non venga a colpire il paese con una maledizione.” (Mal 4:5)

Sirach parla anche di Elia in termini simili:

“tu che sei pronto nel tempo stabilito, è scritto, a calmare l’ira di Dio prima che scoppi in furia, a volgere il cuore del padre al figlio e a restaurare le tribù di Giacobbe”. (Sir 48:10).

Nota le somiglianze qui con la descrizione dell’angelo di Giovanni a suo padre Zaccaria in Luca: “egli lo precederà con lo spirito e la potenza di Elia, per volgere il cuore dei padri verso i figli”.

Non sorprende quindi che Giovanni sia identificato da Gesù come Elia. Questo è reso esplicito in Matteo dopo la Trasfigurazione. I discepoli si meravigliano del linguaggio escatologico di Gesù, chiedendo: “Allora perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia? (Matteo 17:10). Gesù risponde:

“Elia viene e ristabilirà ogni cosa; ma io vi dico che Elia è già venuto e non lo hanno conosciuto, ma gli hanno fatto quello che volevano. Così anche il Figlio dell’uomo soffrirà per mano loro”. 13 Allora i discepoli capirono che stava parlando loro di Giovanni il Battista. (Matteo 17:9-13).

Il battesimo di Giovanni e gli Esseni

In effetti, sembra che Giovanni avesse il dito sul polso del giudaismo del primo secolo. Come rivelano i Rotoli del Mar Morto, c’erano molti ebrei che pensavano escatologicamente, preparandosi per la venuta dell’era messianica.

È interessante notare che gli ebrei di Qumran, a quanto pare, usavano un linguaggio e compivano riti simili a Giovanni Battista. Per esempio, in un sorprendente parallelo con il discorso di Giovanni Battista registrato nel Nuovo Testamento, leggiamo in un testo del Rotolo del Mar Morto:

“Quando uomini come questi verranno in Israele, conformi a queste dottrine, si separeranno dalla sessione di uomini perversi per andare nel deserto, lì a preparare la via della verità, come sta scritto: ‘Nel deserto preparate la via del Signore, rendete diritta nel deserto una strada per il nostro Dio’ ” (1QS 6:12-16).

Parimenti, sappiamo che la comunità essena, che molto probabilmente è da identificare in qualche modo con la comunità che ha scritto i Rotoli del Mar Morto, pratica il lavaggio rituale, che simboleggia la pulizia dall’impurità e l’ingresso nella comunità della Nuova Alleanza. È impossibile sapere se Giovanni avesse un contatto diretto con la comunità essena. Ma vediamo Giovanni annunciare qualcosa che molti stavano apparentemente cercando: l’alba dell’era messianica.

Naturalmente, il Nuovo Testamento indica il battesimo di Giovanni come solo una prefigurazione del battesimo cristiano. Negli Atti degli Apostoli, Gesù spiega dopo la sua resurrezione agli apostoli: “Perché Giovanni battezzò con acqua, ma tra molti giorni sarete battezzati con lo Spirito Santo” (Atti 1:5). Allo stesso modo, Paolo spiega a coloro che avevano ricevuto solo il battesimo di Giovanni la necessità di ricevere il battesimo cristiano, attraverso il quale ricevono lo Spirito Santo (cfr. Atti 19:1-7).

Elia ed Eliseo, Giovanni e Gesù

Dato che Gesù viene dopo Giovanni, vale anche la pena notare qualcos’altro su Elia: era seguito da Eliseo. Dopo che Elia viene assunto da un carro celeste al fiume Giordano, Eliseo riceve una “doppia porzione” dello spirito di Elia (2 Re 2,9-15). Egli infatti diventa una figura molto simile a Elia, compiendo diversi miracoli che ricordano il suo mentore.**** Per esempio,

  1. Come Elia, Eliseo compie un miracolo facendo durare l’olio all’infinito (cfr. 1 Re 17,8-16; 2 Re 4,1-7).
  2. Come Elia, Eliseo separa le acque del Giordano (cfr. 2 Re 2,8-13). 2 Re 2:8, 13).
  3. Come Elia, Eliseo risuscita un bambino dalla morte (1 Re 17:17-24; 2 Re 4:32-37)

Ma vale la pena notare che i miracoli di Eliseo sono più numerosi e impressionanti!***** Egli è l’unica figura, oltre a Mosè, a curare la lebbra (cfr. Num 12; 2 Re 5). Allo stesso modo, mentre Elia nutre la vedova e suo figlio, Eliseo nutre cento uomini con dieci pani (cfr. 2 Re 4,22-24).

Se quest’ultimo miracolo ricorda un miracolo di Gesù, dovrebbe. Gli studiosi riconoscono che Gesù che nutre i cinquemila rispecchia il miracolo di Eliseo di nutrire cento uomini con solo dieci pani. Considera i paralleli tra 2 Re 4:22-24 e Matteo 14:15-21:

  1. Il pane più un altro oggetto viene portato a Eliseo/Gesù
  2. Gesù/Eliseo incaricano il loro servo/discepolo di dare il pane alle folle.
  3. Il servo di Eliseo / gli apostoli di Gesù protestano che non c’è abbastanza cibo per tutti.
  4. La gente mangia e rimane del cibo.

In particolare, questo miracolo segue il racconto della morte di Giovanni in Matteo 14 e Marco 6. Coincidenza? Non credo.

Come Eliseo riceve un doppio spirito di Elia al Giordano, Gesù viene battezzato da Giovanni nel Giordano, dove lo Spirito Santo scende su di lui.

Giovanni è dunque la figura profetica finale, il messaggero finale, che annuncia la venuta del Messia. Egli, in un certo senso, è l’ultimo dei profeti del “Vecchio Testamento” – anche se chiaramente è descritto nel Nuovo Testamento. Così Gesù lo descrive come la fine di un’era nel Vangelo di Matteo:

In verità vi dico che tra i nati di donna non è sorto nessuno più grande di Giovanni il Battista; ma chi è il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12 Dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora il regno dei cieli ha subito violenza, e uomini violenti lo prendono con la forza. 13 Poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni; 14 e se siete disposti ad accettarlo, egli è l’Elia che deve venire. 15 Chi ha orecchi per udire, ascolti. (Matteo 11:11-14).

Giovanni è il più grande dei messaggeri inviati dal Signore. Eppure la Nuova Alleanza supera l’Antica. Coloro che sono i più piccoli nel Regno sono più grandi di Giovanni. Cosa significa questo sulla dignità e l’importanza della vocazione alla vita cristiana? Molto, sospetto. Ma suppongo che sia qualcosa che è meglio portare alla preghiera.

Note
*Sui segni profetici, vedi W. D. Stacey, Prophetic Drama in the Old Testament (London: Epworth, 1990); Kelvin G. Friebel, Jeremiah’s and Ezekiel’s Sign Acts: Rhetorical Nonverbal Communication (JSOTSup 283; Sheffield: Sheffield Academic Press, 1999). Qui sono particolarmente dipendente dal lavoro di Scot McKnight. Vedi il suo, “Jesus and Prophetic Actions”, Bulletin for Biblical Research 10/2 (2000): 201-22. (Torna all’articolo)

** Dale Allison, The New Moses: A Matthean Typology (Minneapolis: Fortress, 1993), 53-60.

*** La panoramica più completa dei paralleli si trova in Allison, The New Moses, 39-50. Vedi anche R. A. Carlson, “Élie à l’Horeb,” VT 19 (1969): 432; P. Josef Kastner, Moses im Neuen Testament (Munich: Ludwig-Maximilians Universität, 1967), 30; Frank M. Cross, Canaanite Myth and Hebrew Epoch (Cambridge, Mass.; Harvard, 1973), 192; G. Coats, “Healing and the Moses Traditions,” in Canon, Theology, and Old Testament Interpretation (Tuck, G. M, et al eds.; Philadelphia: Fortress, 1988, 136; R. P. Carroll, “The Elijah-Elisha Sagas: Some Remarks on Prophetic Succession in Ancient Israel”, VT 19 (1969): 411; G. Fohrer, Elia (ATANT 53; Zürich: Zwingli, 1957), 57); R. D. Nelson, First and Second Kings (Atlanta: John Knox, 1987), 128; Laurence Boadt, Reading the Old Testament (New York: Paulist Press, 1984), 301. Molte delle somiglianze tra le due figure sono state spiegate in dettaglio da R. Tanhuma (Pesiq. Rab. 4:2). (Torna all’articolo)

**** Per una discussione più completa della relazione tra Elia ed Eliseo così come l’unità letteraria della narrazione in 1-2 Re si veda la grande discussione e la pletora di riferimenti in Thomas Brodie, The Crucial Bridge: The Elijah-Elisha Narrative as an Interpretive Synthesis of Genesis Kings and a Model for the Gospels (Collegeville: The Liturgical Press, 2000), 1-27 (Torna all’articolo)

*****See Colin Brown, “Miracles,” in vol. 3 di The International Standard Bible Encyclopedia (4 volumi; G. W. Bromiley, ed.; Grand Rapids: Eerdmans, 1986), 373, che spiega che dopo che Eliseo riceve una “doppia porzione” dello spirito di Elia, leggiamo di “miracoli più grandi e più numerosi di quelli compiuti da Elia”. Qui egli vede più che la successione Elia-Eliseo, ma anche Mosè-Giosuè (vedi sotto). Vedi anche Paul J. Kissling, Reliable Characters in the Primary History: Profiles of Moses, Joshua, Elijah and Elisha (JSOTSSup 224; Sheffield: Sheffield Academic Press, 1996), 192: “I miracoli che Eliseo fece sono molto più numerosi di quelli che fece Elia”. (Back to Article)

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