C’è una strada stretta a Roma sulla strada tra la Basilica Lateranense e il Vaticano che per molti anni nel Medioevo fu evitata dai papi. Piuttosto che percorrere per caso la sua strada buia, i pontefici facevano in modo che tutte le processioni vi girassero intorno.
Il motivo per cui i papi cercavano così tanto di evitare una strada in particolare? Fu qui, si racconta, che nell’anno 858 fu fatta la scioccante scoperta che Papa Giovanni VIII – che aveva già regnato per due anni – era in realtà una donna.
Il modo in cui la corte papale apprese la verità fu ancora più scandaloso, perché il papa donna diede alla luce un bambino mentre era in processione al Laterano e fu prontamente lapidato a morte.
Secondo il mito, questa papessa, chiamata per sempre “Papa Giovanna”, era originaria di Magonza, in Germania, ed era arrivata ad Atene da giovane in compagnia di un amante. Poiché aveva una grande attitudine per l’erudizione, si travestì da uomo e divenne competente in diritto, teologia e filosofia.
Avendo conquistato la notorietà per il suo sapere, fu presto invitata a Roma dove, sempre fingendo di essere un uomo, fu ordinata e salì rapidamente al servizio papale. Quando Papa Leone IV morì, fu prontamente eletta vescovo di Roma intorno all’855 e servì per due anni, sette mesi e quattro giorni prima che la sua vera identità fosse rivelata.
La sua rovina fu il suo amore per un funzionario della Curia. Diede alla luce suo figlio prima di poter raggiungere la sicurezza del Palazzo del Laterano, dove il neonato sarebbe stato nascosto agli occhi del mondo.
Finzione assoluta
In verità, naturalmente, la storia di Papa Giovanna è una finzione assoluta ed è stata a lungo respinta da tutti gli studiosi rispettabili. Eppure, la storia spuria è stata creduta da molte persone nel corso dei secoli, e, non a caso, è stata adottata dai polemisti protestanti nel XVI secolo per promuovere il sentimento antipapale. Ha trovato nuovi credenti anche oggi.
Il semplice fatto è questo: Non c’è una sola prova storica a sostegno dell’affermazione che Giovanna sia mai esistita o che ci sia mai stato un papa donna. La data stessa dell’ipotetica elezione rende la storia facilmente liquidabile, poiché l’interregno tra i papi Leone IV e Benedetto III fu molto più breve di due anni (durò solo poche settimane).
Poi c’è il fatto curioso che non esiste alcuna fonte storica legittima che menzioni una donna pontefice fino alla metà del XIII secolo, circa 400 anni dopo. Se si fosse verificato un tale scandalo, i molti nemici dei papi durante il Medioevo ne avrebbero certamente fatto grande uso.
La leggenda ha avuto il suo inizio effettivo non nel IX secolo, quando si presume sia accaduto, ma nel XIII secolo, grazie al racconto fiammeggiante di un papa donna da parte di due cronisti domenicani, Jean de Mailly e Stefano di Borbone.
La favola fu presto diffusa con maggiori abbellimenti attraverso gli scritti del domenicano polacco Martino di Troppau, più tardi nel 1200.
Come accade oggi, una volta che la bugia è stata raccontata, la cultura popolare l’ha abbracciata, e l’idea di Papa Giovanna ha catturato l’immaginazione di scrittori, satirici e clown nei carnevali medievali che hanno messo in ridicolo papi e vescovi per il divertimento della gente comune.
Con l’inizio della Riforma nel XVI secolo, la vecchia leggenda urbana ha ricevuto nuova vita come arma contro il papato. Tale era la diffusione della storia che nel 1601 Papa Clemente VIII sentì la necessità di rilasciare una dichiarazione formale che Papa Giovanna non è mai esistita.
Scholarly Debunkers
Papa Clemente non era solo nella sua preoccupazione. Nel 1587 lo storico e giurista francese Florimond de Raemond pubblicò il libro Erreur populaire de Pape Jane (“L’errore popolare di Papa Giovanna”). Con notevole attenzione ai dettagli storici e logici, Florimond distrusse la nozione di un papa donna, e il libro stesso divenne una specie di bestseller che fu pubblicato in 15 edizioni nel secolo successivo.
Altrettanto importante fu il lavoro dello storico francese del XVII secolo David Blondel. La sua ricerca concluse che Papa Giovanna era una totale invenzione e forse aveva le sue origini in una satira relativa a Papa Giovanni XI, che morì con la violenza in giovane età nel 935. Ciò che rese il contributo di Blondel ancora più significativo, tuttavia, fu che egli era un protestante.
Contro la frequente accusa che i papi avevano semplicemente ordinato che i veri resoconti fossero censurati o rimossi dalle storie, il contrario è evidente dai vari documenti trovati in tutta Europa. Gli annali e le liste papali ufficiali dimostrano cambiamenti di volta in volta, ma le alterazioni non erano chiaramente per rimuovere la menzione di qualche donna di Papa Giovanni VIII.
Invece, le modifiche sono in realtà aggiunte molto più tardi ai testi (in fondo alla pagina o nei margini) che inseriscono riferimenti a un pontefice donna da parte di qualcuno che spera di includere storie salaci sui papi o di perpetuare i miti di un’epoca precedente.
Incredibilmente, la favola di Papa Giovanna resiste ancora. Viene ripescata in questi giorni dai laicisti e dagli anticattolici sulla scia del “Codice Da Vinci” e specialmente da coloro che lavorano per cambiare gli insegnamenti della Chiesa sull’ordinazione delle donne.
Nel tardo 2005, per esempio, il programma televisivo della ABC “Primetime Live” ha trasmesso un documentario senza fiato intitolato “Sulle tracce di Papa Giovanna”, e diversi libri recenti hanno trattato l’argomento come una seria possibilità storica.
Purtroppo, gli studiosi moderni sono altrettanto irremovibili quanto lo erano Florimond e Blondel ai loro tempi: Papa Giovanna non è mai esistita, a prescindere dalle velleità anticattoliche.
Per quanto riguarda la temuta strada di Roma, i papi nel Medioevo la evitavano. Ma non pensavano a Papa Giovanna. Diversi pontefici furono assassinati lungo il suo percorso da nemici della Chiesa, e i papi successivi volevano sia sfuggire a una fine simile che onorare la memoria dei loro predecessori caduti.