Andrew Jackson nacque al confine tra il Nord e il Sud Carolina nel 1767. Pur essendo un giovane ragazzo durante la Rivoluzione, agì come corriere e fu testimone della battaglia di Hobkirk’s Hill come prigioniero di guerra britannico. Durante la prigionia Jackson soffrì molto, quasi morendo di fame, contraendo il vaiolo e venendo tagliato da un ufficiale britannico per aver rifiutato di pulirsi gli stivali. Suo fratello maggiore morì per un colpo di calore nella battaglia di Stono Ferry, suo fratello minore morì in prigionia con Jackson, e sua madre morì di colera dopo aver curato i prigionieri americani nel porto di Charleston. All’età di 14 anni, Jackson era orfano, con un odio profondo per gli inglesi. Dopo la Rivoluzione, iniziò una carriera legale e politica in Tennessee, servendo nella Camera una volta che il Tennessee divenne uno stato. Tornò al servizio militare come maggiore generale della milizia del Tennessee durante la guerra dei Creek, parte della guerra del 1812, comandando nelle battaglie di Talladega, Emuckfaw (Enotachopo Creek) e Horseshoe Bend, accettando la resa dei Creek nell’agosto del 1814. In seguito, assunse il comando di New Orleans con il grado di generale. Nella battaglia di New Orleans, nel gennaio del 1815, sconfisse sonoramente gli inglesi. Dopo la Guerra del 1812, Jackson servì nella Prima Guerra Seminole, invadendo la Florida spagnola e forzando un trattato di pace. A causa del suo riconoscimento nazionale e del suo curriculum militare, fu nominato per la presidenza nel 1822 ed eletto nuovamente senatore nel 1824. Jackson vinse la contestatissima elezione del 1828, sconfiggendo John Quincy Adams, per diventare il settimo presidente degli Stati Uniti, servendo per due mandati fino al 1837. Dopo la sua presidenza, Jackson tornò alla sua piantagione, Hermitage, morendo nel 1845.